Recensioni

 
(work in progress)
 
 
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LA PREFAZIONE DI ROSELINA SALEMI: Sicilia e mistero sono sinonimi. Ogni pietra ha una storia, ogni silenzio nasconde una verità. Certe volte bastano due righe su un quotidiano, una conversazione portata dal vento. L’aria è satura di indizi e la tentazione di seguirli è troppo forte. Lo sanno quei giornalisti che aprono porte rimaste chiuse e fanno domande invece di stare zitti. Ma poi, da un dubbio all’altro, da una risposta all’altra, si arriva al punto in cui la verità non può essere rivelata, né dimostrata. Allora è il momento di scrivere un romanzo.

Siamo abituati alle storie rassicuranti del Commissario Montalbano. Sappiamo già che risolverà il caso, che la Sicilia dolente delle mafie e dei delitti non gli toglierà l’appetito, che la sua equazione darà sempre il giusto risultato. Ma con “A Taormina, d’inverno”, siamo più dalle parti di Leonardo Sciascia, del suo ultimo, rarefatto, romanzo: ”Una storia semplice”. Ci accontentiamo di spiegazioni verosimili, dice Sciascia, restiamo in superficie, perché pensiamo sia la nostra salvezza. Lui era un pessimista, credeva che l’impulso più forte fosse quello di “aggiustare” la verità, non di raccontarla. Invece qui abbiamo Giacomo Cassisi, un giornalista che ha bisogno più di verità e meno di salvezza. Non per scriverla sul giornale, ma per se stesso.

Nello scenario di una Sicilia bellissima, goethiana, che sembra finta, ma è reale, se non altro perché tutti conoscono Taormina, la morte misteriosa di Efre Vazzini, apre le porte segrete di una piccola città, rivela gelosie, tradimenti, colpe. Non siamo nella terra nostalgicamente arcaica che pure piace tanto: ci sono blackberry e amici su Facebook, ci sono computer, sms, messaggi in codice. Eppure, come in Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino, ci sono verità reali e verità apparenti, e bisogna passare dall’una all’altra, accettare una quota di ambiguità, di reticenza, di menzogna.

La commedia umana si è vestita di giallo perché in Sicilia non potrebbe essere altrimenti, ma nella sua indagine tra bar e spiaggia, tra una granita di gelsi e un tuffo al cuore dall’alta rupe di Castelmola, tra fiori di Bach e mandorle amare (tutto, oltre le dosi consigliate può essere letale) Giacomo Cassisi comprende che la quotidianità può essere mostruosa e che il mistero è l’altra faccia delle nostre certezze. La frase di Picasso è anche di Antonello Carbone, giornalista che si è scoperto felice narratore: “Se si segnassero su un foglio tutti i punti per i quali sono passato e li si unisse con un tratto, forse si otterrebbe un Minotauro.”

foto repubblica+DA REPUBBLICA+ (Recensione di Silvana Mazzocchi):Delicato e curato il linguaggio; descrittivo e ben modulato lo stile. Sullo sfondo di una Sicilia che evoca scenari impregnati di odori e sapori. Antonello Carbone racconta una storia dove la realtà è verosimile, ma che non concede certezze. Un noir di piacevolissima lettura.

(…) Antonello Carbone è un giornalista televisivo. Lavora alla Rai di Catania. Conosce i luoghi e popola il suo romanzo di scorci e personaggi con caratteristiche, vizi e virtù che sa ben intuire, grazie a talento ed esperienza. Ed è apprezzabile che il suo protagonista, Giacomo Cassisi, pur ostinato e deciso a non accontentarsi di verità di facciata, non ceda alla facile retorica di entrare comunque nel ruolo del cronista eroe, con annesso lieto fine sul lato inconfessabile della realtà. E abbia invece l’umiltà e il coraggio di raccontare le sfumature e le ombre, spesso destinate a rimanere tali”.

(7 agosto 2013)

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“Il titolo, la copertina, l’autore: un connubio, una commistione interessante a comporre una melodia dall’andamento pacato , ben lungi dalla trama di un libro “giallo” in cui si racconta di un omicidio, l’omicidio di una donna. Perché é possibile raccontare di cronaca nera mantenendo colori meno forti, meno prorompenti.

Il titolo: una cittadina da sempre osannata per i suoi colori estivi, la baldoria composta ( o meno), per i suoi vicoli, l’eleganza dei suoi palazzi con le persiane spalancate su una stagione che arreca gioia di vivere, calore e calura. In questo scritto, invece, per volere del proprio autore, coinvolto in prima persona nell’affettuoso abbraccio verso Taormina, la stagione prediletta diviene l’inverno. Momento dell’anno in cui, abbassati i riflettori su urla e schiamazzi, ci si rintana nel giaciglio dei sentimenti, forse più autentici, vissuti al tepore di un animo intirizzito che cerca ristoro chiudendosi in se stesso per aprirsi ad un’introspezione più autentica, perché scevra dai brusii del solleone che allontana il sentire profondo, distogliendo da esso i sensi.

Antonello Carbone vuole fortemente distaccarsi dallo stereotipo della Taormina arcinota, per condurci a visitare la parte meno manifesta, ma non per questo meno interessante, meno intrigante. Si consuma un omicidio e un ardito giornalista, Giacomo Cassisi, comincia ad indagare per giungere alla “vera verità”? O ad una “verità verosimile”?

Qui si snoda la figura dell’ autore giornalista, e quella dell’autore scrittore; il primo ” costretto a rientrare dentro un recinto che non consente di andare oltre”, il secondo in grado di oltrepassare il percorso blindato che preclude al ritrovamento del vero.

E lo scrittore ricompone le due figure offrendo al lettore una storia nella quale aleggia la ricerca della verità: vi si giungerà? Forse sì, forse no…

Nel percorso investigativo non mancano le figure femminili, capisaldi dell’intero scritto, analizzate con la lente di ingrandimento propria di chi, nella vita di tutti i giorni, ha potuto e può entrare in un universo misterioso, composto da “strutture complesse in cui è difficile districarsi”, ma da cui venire ammaliati. Ciò rende la struttura del romanzo circolare, una struttura che “inizia e finisce con un disegno di donna”, nella quale possiamo dire che protagonista non sia soltanto il valente giornalista, affiancato costantemente da Niciula, il sornione gatto che lo segue passo passo, ma ogni figura che dello scritto rappresenti parte integrante ed interagente.

A far da sfondo, le immagini di Taormina, la sua storia, i suoi monumenti. Immagini catturate in un book trailer che scorre durante la narrazione, costituendone epilogo e prologo. Qui lo spettatore riesce a cogliere in maniera più profonda il messaggio sotteso al testo, un messaggio che è un ritrovare le proprie origini, un donare al lettore i sentimenti nutriti per questa terra, per ” Taormina, metafora della Sicilia”, tutta.

Ma se, ad onor del vero, le stagioni dell’anno non si fermano all’inverno, vorrà dire che attenderemo quelle mancanti per appassionarci ancora leggendo i libri di Antonello Carbone?

Ce lo auguriamo, di vero cuore!”

(recensione di Maria Pia Basso)

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Dal sito IBS: “Quando si inizia a leggere un giallo si hanno delle certezze: il luogo, il reato, la vittima, il protagonista, l’indagine, il colpevole. Il bel libro di Antonello Carbone ha stravolto queste certezze. Alla fine non sai più se il morto è vittima, chi è il protagonista, nemmeno la stagione è certa. Antonello Carbone riesce a far diventare centrale anche il gatto che fa compagnia al protagonista”. [Giuseppe]

“Ero come lì accanto quando tu Cassisi hai raccolto lo scialle ed ho sentito il profumo dei gelsi,la frescura del ghiaccio trito in bocca. Ho camminato per le vie di Taormina,ed ho cercato Niciula insieme a voi… Avrei voluto non arrivasse la pagina ultima… Mi sono sporta dal Castello di Castelmola ed ho atteso con impazienza l’evolversi della vicenda…Avrei voluto che Simona non partisse, mentre come Elena … Aspetterò… Mentre adesso so perché non amo gli amaretti…

Romanzo che mi ha preso completamente,colto,attento,fresco e sinuoso nello stesso tempo…mi ha avvolto…” [Helga]

http://www.ibs.it/code/9788862664974/carbone-antonello/taormina-inverno.html
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http://books.google.it/books/about/A_Taormina_d_inverno.html?id=t3BmmwEACAAJ&redir_esc=y

scaffale libreria MondadoriDA GOOGLE BOOKS:

  • “È stata una sorpresa constatare che  in questa pubblicazione non v’è traccia di mafia, di camorra o altra organizzazione criminale. Si narra di un delitto maturato in Sicilia, nella terra di Montalbano, ma il protagonista non è un tutore della legge. Forse le primissime pagine conducono il lettore ad inevitabili paragoni con i noir di Camilleri, ma pian piano che ci si inoltra nella storia ogni somiglianza scompare e si viene fagocitati da una storia nella quale i personaggi ricordano i nostri amici, conoscenti, colleghi, nemici. Belli ed attualissimi i dettagli della vita dell’umanissimo protagonista e le descrizioni dei luoghi e delle atmosfere. Sarebbe piacevole pensare ad un seguito…” [Giorgio]
  • “Già la lettura delle prime pagine mi ha davvero intrigato e poi in questo noir non c’è nulla di certo…La Sicilia misteriosa è la vera protagonista, insieme al gatto! Fantastico”. 
  • “Il protagonista si muove in un labirinto che più di vie, viuzze e piazze, era fatto di personaggi e di persone.  il labirinto, gli archetipi, Taormina. Minotauromachia? Non stride, nonostante il noir, la leggerezza dell’essere”.
  • “Una storia avvincente ed intrigante, dal ritmo veloce, con una splendida Taormina in versione invernale… un noir diverso dal solito, dove niente è certo e gli indizi per dipanare il mistero di una morte possono essere anche i versi di una canzone: mi è piaciuto molto!” [Armando]
  • “Ho terminato di leggere il libro di Antonello Carbone da voi promozionato attraverso internet e acquistato online. Scriverò presto sui siti accreditati le mie entusiastiche considerazioni; peraltro, l’ho fatto comperare anche a mia madre, che adora Sciascia e il suo commento è stato: “… bellissimo, si legge come se chi scrive fosse un amico di lunga data”.  Poi, ho regalato il libro a due amici, uno calabrese, ma innamorato della Sicilia Orientale e l’altro Valdostano, ma con moglie siracusana…attendo i loro commenti”.
  • “Un noir vecchia maniera straordinario e moderno, si legge d’un fiato e quando lo si finisce si ha voglia di rileggerlo nuovamente. Mistero, intrighi, colpi di scena, c’è proprio tutto e a fare da sfondo una magnifica Taormina e una grandiosa storia della Sicilia.Giacomo Cassisi, il protagonista, ha il pregio di accompagnarti e di farti vivere in prima persona gli eventi che lo travolgono e tu cerchi di scoprire con lui, anticipandolo, il bandolo della matassa.In definitiva, il libro mi è piaciuto moltissimo e, mio malgrado perché sono geloso di ciò che leggo, l’ho regalato e consigliato ad alcuni amici e parenti: risultato? Mi hanno, tutti, ringraziato.Antonello Carbone poi, oltre ad aver realizzato una magnifica opera noir e non solo, sa davvero scrivere.Complimenti. A quando la prossima avventura da condividere con Giacomo Cassisi? [Daniele]
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Quotidiano LIBERTA’: “Un giornalista ritrattista in un romanzo che ha tutta la valenza di un’eccellente lunga cronaca letteraria” 

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Un libro letto, tra gli altri, da ALBERTO SIRONI, ROBERTO ANDO’, NELLO CORREALE (registi); ANTONIO CATANIA, MANUELA VENTURA, MARIO OPINATO (attori), CATENA FIORELLO (scrittrice), ROSELINA SALEMI, SILVANA MAZZOCCHI, GIOVANNI IOZZIA, MARCO LIORNI, SILVIA NUCINI, SALVATORE CUSIMANO, MARIA ELENA VIOLA, CINZIA MALVINI (giornalisti) …

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